Socializzare non sempre è sinonimo di trovare amici.
Persone spiacevoli o interessate possono entrare in contatto con i ragazzi e creare situazioni molto inquietanti, dal cyberbullismo alle vessazioni (baiting).
Ecco qualche spunto di riflessione e consiglio per evitare che informazioni divulgate con leggerezza possano renderli molto vulnerabili, anche nella vita reale…
Il cyberbullo sfrutta gli strumenti informatici per raggiungere ovunque la propria vittima, per di più l’anonimato lo fa sentire onnipotente. Occorre quindi insegnare cosa è lecito sopportare e cosa costituisce un vero e proprio reato.
È una pratica di adescamento online che avviene attraverso un lento processo interattivo nel quale il cyber predatore sviluppa una relazione intima e duratura con una giovane vittima, “prendendosi cura” del suo mondo psicologico.
Internet non è certo la causa e nemmeno il mezzo dove si pianificano rapimenti o sequestri di minori, ma è bene proteggere i propri dati e raccomandare di non entrare mai in contatto con chi si è conosciuto solo online. Anche perché il numero di minori scomparsi solo in Italia supera i 10.000 l’anno.
I dati sulla nostra posizione possono essere utilizzati non solo a fini commerciali ma anche da malintenzionati per pianificare e mettere in atto furti, truffe o peggio. Meglio quindi disattivare la localizzazione a meno che non sia strettamente necessaria al servizio erogato.