Sia a livello di consumatori che a livello aziendale, stiamo assistendo al rapidissimo proliferare di soluzioni basate su dati raccolti ed inviati dagli oggetti che ci circondano in casa, nei negozi, così come nelle aziende e nelle fabbriche.
In apparecchi come frigoriferi, rilevatori di corrente, sensori di parcheggio, videocamere, automobili ecc. vengono installati componenti in grado di ricevere dati e di comunicarli sul web. È il mondo dell’Internet degli oggetti (IoT – Internet of Things).
Le previsioni di vendita di questi oggetti collegati ad Internet e con sensori ed attuatori lascia sbalorditi per la dimensione. Si parla di svariati miliardi di oggetti connessi nel giro di pochi anni. Le cifre variano di molto in base all’azienda di consulenza che opera la previsione. Praticamente ogni tipo di oggetto (capo di abbigliamento, automobile, elettrodomestico, ecc.) è in grado di ospitare sensori connessi wireless o connessi direttamente ad Internet.
Si produrranno di conseguenza immense moli di dati e questi dati saranno utilizzati per capire meglio i gusti e le preferenze di ciascuno di noi, per offrirci servizi innovativi, per migliorare l’esperienza di fruizione dei prodotti e dei servizi con cui interagiamo e per produrre e vendere prodotti e servizi maggiormente adatti alle caratteristiche di ciascuno di noi.
La criticità è legata sia alla enorme quantità di dati a cui queste nuove tecnologie daranno origine, al suo impiego e per quali fini e scopi verrà fatta da diversi soggetti in campo.
Data la complessità e la vastità dell’iniziativa dal punto di vista tecnico si parla di nuove enormi sfide al mondo della sicurezza informatica. Siamo abituati a livelli di sicurezza molto alti quando operiamo su Internet con il nostro sistema di banca online ma i dispositivi connessi al web (IoT) per ora non richiedono password, non bloccano l’accesso in caso una persona non autorizzata accedesse ai dati forniti dall’oggetto.
Molti sistemi IoT sono in grado di mettere a rischio la privacy di chi li utilizza (pensiamo ai sensori biometrici che indossiamo che catturano dati sulla nostra salute, o l’invio di immagini da parte del nostro sistema di sorveglianza sul cloud).
I produttori di dispositivi IoT stanno affrontando una sfida sulla sicurezza molto complessa e senza un organismo centrale di coordinamento o standard universali e buone prassi a cui ispirarsi. Come abbiamo reso sicuro l’utilizzo della corrente elettrica, ora stiamo affrontando il tema di rendere sicuri gli oggetti che saranno interconnessi al Web. Ma per ora dobbiamo ancora aspettarci attacchi e rischi a cui cercare di far fronte con la prudenza e la ricerca di informazioni.