Iniziano a proliferare anche in Italia i primi dispositivi elettronici indossabili dalle potenzialità davvero sorprendenti. Numerosissimi i benefici attesi e le potenzialità di impiego nell’ambito dei servizi alla persona e a livello aziendale.
I principali rischi sono legati alla diffusione eccessiva di nostri dati personali e al loro trattamento.
Gli occhiali digitali, come i Google Glass, i Vuzix M100, Epson Moverio BT-200 ecc. promettono di rivoluzionare come vedremo il mondo potendo interagire come mai prima d’ora con la realtà. Si parla di portare la tecnologia negli occhiali tradizionali e perfino su lenti a contatto. In combinazione con software di riconoscimento dei volti come quello proposto da aziende come Facial Network possono diventare degli strumenti eccezionali per rivoluzionare l’interazione tra gli uomini e i computer aprendo a nuovi modelli di business.
Bracciali, orologi, cinture, scarpe, magliette e altri capi di abbigliamento possono contenere sensori in grado di captare segnali biologici ed analizzarli e memorizzarli su computer connessi ad Internet (sulla “nuvola”, il cloud).
Si stanno vedendo sul mercato anche dispositivi medici come pompe per l’insulina, microcamere indossabili in grado di trasmettere video in tempo reale e moltissimi “gadget” tecnologici che eravamo abituati a vedere al cinema nei film di spionaggio.
Tutti questi dati catturati (biologici, immagini, di posizione geografica e temporale) dicono molto di noi, e sono utilizzati per offrirci servizi generalmente legati alla salute e al nostro benessere. È essenziale che non finiscano in cattive mani e che la nostra privacy venga tutelata e che come cittadini diventiamo consapevoli ed attenti all’uso che di questi dati ne possano fare le aziende e le organizzazioni in genere.
Comprendere il funzionamento di questi nuovi apparecchi collegati al web e come i nostri dati vengono trasmessi e difesi.
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