Nel Web quando si parla di furto si finisce a parlare del cosiddetto “furto di identità“, ovvero quando i criminali utilizzano la nostra identità, o quella dei nostri cari, per azioni illecite o non autorizzate dal proprietario dell’identità stessa.
È bene ricordare che Internet può diventare una fonte molto preziosa per chi desidera commettere furti in quanto rivela molte informazioni sulle nostre abitudini e fornisce dati che possono servire a mettere in atto dei comportamenti dannosi nei nostri confronti, i furti in primis.
L’Italia è un paese molto esposto; secondo gli ultimi dati disponibili (CRIF) riportati dalla Guida Adconsum, nel nostro Paese si sono verificati oltre 25.000 casi di furto d’identità, per un valore complessivo di oltre 200 milioni di euro.
In una audizione alla Camera dei Deputati, l’Associazione Bancaria Italiana, nel 2009, ha riportato che le frodi bancarie realizzate tramite l’uso di dati personali anagrafici, fiscali e previdenziali di terze persone per richieste di finanziamento sono in costante aumento.
È molto interessante il video Reportage di Giuseppe Laganà per il convegno “crimine informatico, vittime, processo penale” sul furto di identità.
Tutto questo ha portato a proporre di introdurre nel nostro codice penale l’articolo 494 bis che punisce il reato di appropriazione indebita di dati personali, codici di accesso e credenziali, per chi li ricostruisca o li diffonda per organizzare attività fraudolente mediante assunzione abusiva dell’identità altrui o di una identità fittizia funzionale alla formazione di un rapporto contrattuale di qualsiasi genere. (Ad oggi il reato di furto di identità è descritto dall’articolo 494 del codice penale integrato dalla sentenza 46674 della quinta sezione della corte di cassazione.)
Ricordiamoci anche che troppo spesso regaliamo al Web, in particolare nei social network, i nostri dati ed informazioni preziose su dove ci troviamo, sulle nostre intenzioni, sui nostri acquisti e altri dati “sensibili” molto utili a chi si vuole approfittare della nostra scarsa attenzione.
Il video sottostante, molto ben fatto ed inquietante, merita di essere visto. Se non si conosce l’inglese per leggere i sottotitoli, questa pagina contiene la trascrizione in Italiano.