Spesso pensiamo ai pericoli della rete immaginando nostro figlio come possibile vittima di comportamenti altrui. Ma se invece, questa volta, il ‘lupo cattivo’ fosse proprio lui?
È nostro compito insegnare il senso di responsabilità e il rispetto nei confronti degli altri, e verificare che il classico “Non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te” venga rispettato anche per la condotta online.
Ma per il Web, ci sono regole speciali di comportamento?
Internet è la più potente tecnologia di comunicazione. Fin dagli inizi della sua storia (molto breve peraltro) ci si è preoccupati di definire le sue regole di “buona educazione” e comportamento.
Sono le regole della “netiquette”, unione tra network (rete) e étiquette (buona educazione).
Il rispetto della netiquette non è imposto da alcuna legge e sotto un aspetto giuridico è spesso solo richiamata nei contratti di fornitura di servizi di accesso da parte dei provider.
In genere si tratta di regole di buon senso basate sul principio “non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te” o rispetta gli altri come vorresti essere rispettato. Ma vale la pena rivedere di tanto in tanto queste regole di buona convivenza e di prestare maggiore attenzione a quanto facciamo online.
Ognuno è responsabile di ciò che personalmente scrive, o di ciò che intenzionalmente diffonde. Internet è uno strumento che può garantire una estrema libertà di espressione. Essere liberi significa anche essere responsabili e civili.
Dobbiamo perciò educare i nostri figli ad impegnarsi sempre a rispettare la libertà e la riservatezza di tutti; ed essere sempre pronti ad assumersi la responsabilità di ciò che si dice e si scrive.
Ce lo impone, prima ancora della legge, il rispetto per le persone che ci leggono.
Molti ragazzi sulla rete si comportano molto peggio di quanto non si comporterebbero nella realtà, in quanto il senso di anonimato, di distanza, di protezione offerto dalla tecnologia è tale da indurre ad atteggiamenti ed azioni che dimostrano uno scarso rispetto del prossimo.
Talvolta tutto questo avviene in modo inconsapevole, ma spesso siamo noi genitori a non spiegare come ci si dovrebbe comportare.
Si riscontrano sul web comportamenti quanto mai scorretti che possono finire in tradursi anche in veri e propri reati.
In questi casi si finisce per parlare di vessazione, di bullismo online o cyberbullismo.
Vale quindi la pena leggersi le regole della netiquette e parlarne in famiglia.